Quattro domande all’ospite Anna Maria Canton

(en.vi.) Parlare di cibo e dei suoi pericoli ad una platea dove, di frequente, si richiamano le tradizioni alimentari. E, senza riflettere, si mangiano carne di maiale grondante di grassi, salami, sanguinacci anche quando a novembre si fanno feste barbare, ostiche ai palati di città. Essendo questo il contesto purtroppo generale, proposto dalla Lilt presieduta dall’oncologo Ezio Barasolo, questa è anche la platea di Anna Maria Canton, abituata a trasmettere le sue riflessioni scientifiche, tuttavia sempre permeate di pragmatismo.
Non solo.Anna Maria Canton, da anni è anche abituata ad affrontare una platea particolare che è quella degli ammalati e delle corsie di un ospedale. In questo caso specifico bisogna nutrire correttamente e non sbagliarsi perché, talvolta, l’errore, potrebbe essere dannoso.
In questo florilegio di scritti sulla alimentazione, sulle diete, sui quanti giurano di essere nel giusto contro altri che sicuramente si dichiarano certi di non sbagliare, la dietologa del Sant’Andrea è come se quotidianamente si misurasse su una pista sciistica da slalom. Molto corretta e gentile, anche lei non richiama strani farmacisti di Desio, protagonisti televisivi insopportabili, che assicurano il dimagramento e, quindi, la scomparsa delle malattie non soltanto da obesità.
Nella intervista che segue, rilasciata al sito del Kiwanis Club, richiama, appunto, l’alluvione di consigli, testi, libri, integratori che assicurano la linea, specialmente quando, in prossimità delle vacanze, si va al mare o in montagna. E contemporaneamente richiama la cultura secondo la quale l’obesità è una malattia insidiosa, da tenere sempre lontana. E alle famiglie consiglia un aspetto da essere sempre presedente, così come ha fatto nella sua conferenza di giovedì 26 gennaio al Kiwanis Club di Vercelli, presieduto da Luciana Berruto e che a livello nazionale ha intrapreso una campagna contro l’obesità nei bambini e negli adolescenti: genitori riflettete; dal vostro comportamento dipende l’imitazione dei minorenni, quindi i guasti a livello di “cibo schifezza” dai quali potrebbero dipendere tanti guai di salute e, perché no?, psicologici nonché nella vita di tutti i giorni.
  • Più di un tempo, l’opinione pubblica ha sensibilità per ragioni estetiche e salutistiche verso la obesità. Ma non trova che la pubblicistica specifica si sia troppo dilatata e che tutti gli opinionisti si permettano di dire tutto e il suo contrario sull’argomento?

Mangiare sano è una cosa giusta ma a mio parere non deve diventare un’ossessione Siamo tutti alla ricerca del cibo ideale che ci permetta una vita lunga e un corpo bello. L’antropologo Marino Niola afferma che siamo entrati nell’era di Homo Dieteticus e che la nostra società ha sostituito l’esorcista con il nutrizionista. Nell’epoca dell’abbondanza il business delle diete salvifiche sforna in continuazione libri che promettono miracoli e in cui si trova tutto e il contrario di tutto, tutti ci insegnano come mangiare meglio, chef, dietisti, professori, ricercatori, pubblicitari. Ormai nelle librerie i libri che insegnano come non mangiare hanno abbondano negli scaffali (dieta vegana, dieta dissociata, dell’indice glicemico, alcalinizzante, a zona, atkins, la dieta del digiuno, la dieta Dukan, stare a dieta fa ingrassare, la tisanoreica...)

  • Per la sua conferenza al Kiwanis Club di Vercelli, Lei ha anticipato il “binomio” talvolta devastante fra la noncuranza dei genitori e la imitazione dei figli. Ma è sempre cosi? E forse è la conseguenza di una scarsa educazione alimentare degli adulti?

Non definirei “devastante” l’esempio dei genitori ribadirei che il comportamento della famiglia ha un effetto fondamentale sul comportamento e sulle scelte alimentari del bambino. E’ cambiata la cultura del cibo, è cambiata la struttura della famiglia, è diminuita la quantità di tempo da dedicare alla preparazione dei piatti e nel contempo è aumentata a dismisura l’offerta di cibo pronto al consumo.

  • La diffusione ormai incontrastata della comunicazione pubblicitaria induce gli adolescenti a “rimpinzarsi” di merendine o, come dicono gli americani, “di cibo schifezza”. Che cosa fare per arrestare questa degenerazione? O forse non sarebbe il caso di introdurre nella pubblicità, come per altri temi, un codice di comportamento in protezione dei bambini e della loro salute?

E’ un tema su cui di discute molto, in alcuni stati europei ad esempio è proibito abbinare gadget ai prodotti dedicati ai bambini. Inoltre è previsto che ai  cosiddetti cibi spazzatura  venga applicato un sovraprezzo. Il consumatore informato in ogni caso può scegliere, certo se l’obesità e le malattie metaboliche ad essa correlate sono e saranno sempre di più il problema “sanitario” del nostro mondo globalizzato è importante che gli interventi siano efficaci e condivisi.

  • Con un “braccio di ferro” ancora in corso, ultimamente ci si sarebbe accorti che l’olio di palma, base di una crema al gianduja e alle nocciole fa male perché “grondante” di grassi . Alla “crociata” che in Italia ha coinvolto l’alimentazione, con convegni una multinazionale ha reagito vivacemente, investendo pubblicitariamente in modo consistente. Ma nell’ambito della già richiamata comunicazione pubblicitaria  sarebbe corretto il comportamento della multinazionale? E in concreto, è sempre corretto quello che molti esperti, al di là della scienza alimentare, hanno “assolto” l’olio di palma dimostrando solo di pensare esclusivamente ai bilanci aziendali?

Premesso che non che l’argomento è complesso e rischierei di creare più confusione, personalmente non credo che ci siano alimenti salvifici o demoniaci in assoluto. A questo proposito ricordo che Slow-Food  ha promosso a terra madre l’olio di palma prodotto da piccole comunità della Guinea Bissau, che è un olio ricco di fitonutrienti molto profumato totalmente diverso dall’olio di palma che durante il processo di raffinazione viene sottoposto ad alte temperature.

Personalmente penso che sia importante non sottovalutare  il problema etico della deforestazione.

In Italia a seguito della campagna sostenuta dai consumatori e dalla stampa molte aziende hanno sostituito l’olio di palma (ad es. Barilla, Coop) per quanto riguarda la nota azienda che continua ad utilizzare l’olio di palma nella crema spalmabile invito chi fosse interessato  a prendere visione di un ampio reportage della Reuters prestigiosa agenzia di stampa britannica.