Franco Lobascio e L’Oled dietro l’angolo

Figlio d’arte, 49 anni e diploma di perito elettronico all’Omar di Novara, Franco Lobascio lavora dall’età di 14 anni nel mondo dell’informatica prima come tecnico televisivo a Videonord, poi anima tecnica della tipografia Gallo di Vercelli fondata da suo nonno Cesare. Ogni anno, da quando ha i calzoni corti risolve i complessi problemi quotidiani posti dalle tecnologie informatiche in un mondo in incessante evoluzione in cui anche lavorano lo zio Pino Rinaldi designer  di automobili  un tempo grafico di fiducia di Francis Lombardi, la mamma Mariuccia che a 43 anni non ebbe paura di affrontare l’uso delle prime IBM a strisce e suo cugino Cece Rinaldi. Per la seconda volta è anche presidente della CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Vercelli).

La rapidità nell’elettronica e nell’informatica che galoppa e non sembra mai ad avere una fine, non sgomenta ?

Ne prendo atto quotidianamente. Talvolta, in rapporto ai cambiamenti incessanti, mi sembra di essere un dinosauro. Poi prevale sempre la decisione di essere adeguato ai cambiamenti di cui anche la tipografia deve tenere puntualmente conto.

Quello che vediamo ogni giorno e che le applicazioni che utilizziamo, possono fra breve determinare la morte della stampa inventata nel 1445 da Gutemberg e dei libri?

Con il digitale, una vera rivoluzione, quello che si prospetta non sempre è immaginabile. Un po’ di vuoto riguarda soprattutto i giovani che, specie nelle fotografie, sembrano non conservare più memoria, come accadeva un tempo con le lastre e le pellicole che conservavamo. Ma per la grafica, il lavoro tipografico che continuamente si deve adeguare al nuovo che incombe, per i libri stiamo assistendo ad una specie di reflusso. Sono convinto che i libri non moriranno, e continueranno ad imporsi quelli tradizionali nemmeno detronizzati da quelli che si leggono  sul video.

Quali innovazioni, anche da un punto di vista della Gallo, per affrontare gli scenari che mutano, in particolare in questo periodo di crisi?

Un anno e mezzo fa, colto un aspetto che riguarda la dislessia nei bambini - aspetto sicuramente cui è interessato il Kiwanis la cui mission concerne proprio i bambini e i giovani - abbiamo progettato e prodotto i primi quaderni per dislettici con caratteristiche controllate attraverso la psicopedagogia. Sono quaderni che permettono di scrivere ai bambini con qualche problema senza problemi. Immersi nel mondo dell’informatica abbiamo aperto anche un negozio on-line. E i risultati non sono mancati in tutta Italia. Quattordici aziende di distribuzione propongono questi quaderni. Attraverso i social tante mamme hanno  dimostrato forte interesse per questo prodotto e le sue caratteristiche. E lo stesso sta accadendo in tante scuole primarie dove gli alunni non hanno problemi di dislessia

Anche senza sfera di cristallo, che cosa c’è dietro l’angolo dell’informatica, ormai più comunemente chiamata info ?

Una prevalenza ancora più accentuata dell’informazione mediatica che, ad esempio per la grafica e la tipografia punta sempre più anche ai grandi manifesti con una cartellonistica basata su caratteri grandi e frasi sintetiche. E poi al nuovo prodotto della ricerca informatica che è chiamato Oled, l’acronimo che significa diodo organico a emissione di luce propria.