Intervista a Luca Brusotto in occasione della serata Kiwanis alla mostra "Il nostro antico popolo di legno"

( En.Vi.) Il Museo Leone ha aperto ai burattini della famiglia Niemen, traccia sopravissuta dell’Ottocento vercellese e della Italia del Nord, anche se la mostra il nostro antico popolo di legno richiama le epopee dei Pupi Siciliani con radici antichissime. Alla inaugurazione della Mostra, alla fine di gennaio, Gianni Mentigazzi, presidente del Museo Leone, ha ribadito: ci troviamo in presenza di una manifestazione di cultura. Nel XIX Secolo, le commedie con i burattini di Bruno Niemen erano comunicazione, più avanti sostituita da altri mezzi di rapporto sociale con il pubblico. Nella intervista che segue, Luca Brusotto, da non molto tempo conservatore del Museo Leone, “entra” nel significato della mostra dedicata al Nostro antico popolo di legno (i burattini di Eliseo Bruno Niemen e della sua famiglia, raccolti religiosamente, con intenti storici e filologici). Il Kiwanis Club di Vercelli, presieduto da Rachele Orsani, con la collaborazione del Museo Leone e della famiglia Niemen, che ha recentemente avuto un riconoscimento internazionale, ha dedicato una serata “dal vivo” nel Museo Leone all’antico popolo di legno.
  • La mostra il nostro antico popolo di legno, anche con finalità pedagogiche tanto che ha già interessato assai i bambini di Vercelli, ha impegnato molto il Museo Leone? E’ andata proprio così, o non è stato sempre facile inserirsi in schemi museali non del tutto consoni per una struttura”di servizio”, come si usa dire adesso, disponibile per il grande pubblico?
Tutte le mostre sono impegnative e questo è il loro bello. È sfidare il rischio quando mancano pochi giorni e ancora molto lavoro da fare. La notte ti svegli e pensi che non ce la potrai mai fare ad essere pronto per la data dell’inaugurazione, ma poi non è così e alla fine ce la fai sempre, è una specie di miracolo.
La prima mostra che ho curato al Museo Leone appena promosso Conservatore è stata quella dedicata ai Giochi dell’Oca. Mi dissi: “Monna Lisa sta a Parigi, inutile cercarla qui”, bisogna affascinare partendo da ciò che hai davanti agli occhi, spesso dalle cose più semplici e infantili che se osservate in profondità si rivelano sempre le più colte e difficili. 
  • L’allestimento della mostra dedicata al “Nostro antico popolo di legno”, ha richiesto ricerche storiche e filologiche e, se si, in quali termini?
È stato più semplice del previsto perché Eliseo Bruno Niemen è un personaggio antico e affascinante, quasi omerico. È una fonte diretta che se interrogata ti dischiude un mondo senza bisogno di dover studiare molto altro. Purtroppo questo è anche un limite perché in quanto depositario unico di un mondo orale c’è il rischio che questo mondo non gli sopravviva.
  • Il materiale reperito, o recuperato, sarà utile per altre iniziative, come questa patrocinata dall’Unesco, o una volta ancora sarà destinata a ritornare negli archivi, neppure utile ai ricercatori universitari, in particolare dell’Upo di Vercelli, Alessandria e Novara?
Il lavoro di manutenzione e conservazione svolto sui materiali fa sì che d’ora in avanti siano nuovamente fruibili per altri percorsi. La mostra è allestita in modo che una volta terminata possa diventare una mostra itinerante che potrà seguire Bruno Niemen nei suoi spostamenti ed essere corollario dei suoi spettacoli. Chi studia questi materiali e la storia della famiglia Niemen c’è già. Si tratta di Alfonso Cipolla docente universitario e direttore dell’ ISTITUTO PER I BENI MARIONETTISTICI E IL TEATRO POPOLARE con sede a Torino.
  • La rassegna del nostro antico popolo di legno, ha dimostrato un valore in più che si riconnette all’antica scuola di belle arti, accanto al Museo Leone. Nei progetti, la circostanza sarà utilizzata o, una volta ancora per Vercelli accantonata? I Colla milanesi o le rassegne all’interno del Museo del Teatro Alla Scala sono andate in modo ben diverso, offrendo alla capitale lombarda un patrimonio culturale prezioso. Andrà così anche a Vercelli e in quali termini di tempo, sollecitando in pieno i bambini e i ragazzi delle scuole vercellesi?
L’allestimento permanente del Museo Leone purtroppo è terminato, se non altro in termini di spazio e risponde inoltre a volontà storiche ben precise. Semmai bisognerebbe sollecitare i nostri amministratori che, come fatto appunto a Milano per i Colla, trovino uno spazio pubblico permanente per la collezione Niemen. Da parte mia, del Presidente Mentigazzi e di tutto il Leone c’è comunque la volontà di aiutare Niemen a trovare una casa ai suoi burattini. A quel punto non ci tireremo indietro neppure se ci fosse bisogno della nostra competenza per la conservazione della collezione nonché per la sua valorizzazione.