4 domande a Grazia Andriola

( En.Vi.) Negli ultimi tempi, purtroppo, la violenza alle donne finisce troppe volte in un femminicidio. Del fenomeno, che sempre più allarma l'opinione pubblica, Grazia Andriola che vive in Brianza, assieme alla associazione White Mathilda, costituita nel 2010, si occupa ampiamente e anche ha scritto un libro con questo preciso significato: stop alle violenze e allo Stalking nei confronti delle donne. Il volume da lei scritto, pagina per pagina, è anche la conseguenza di una meditazione durata per 5000 chilometri camminando per raggiungere Santiago de Compostela e Santa Maria finis terrae in provincia di Lecce, sulla punta dello stivale italiano.
Grazia Andriola esercita una professione parasanisanitaria, e come le sue colleghe (legali, psicologhe e sociologhe) si dedica molto a quel mondo femminile "vinto e talvolta senza voce" ancorché perseguitato dallo stalking in famiglia e fuori. Alcuni sportelli comunali in Brianza danno una riposta alle donne dolenti che, contro la inciviltà degli uomini, cercano risposte e aiuti concreti il cui primo passo potrebbe essere rappresentato da un ricorso alla Autorità Giudiziaria.
Per consuetudine ormai consolidata, ai suoi ospiti il Kiwanis Club di Vercelli presieduto da Franco Conti rivolge quattro domande nell'intendo di "sentire il polso" relativamente al tema trattato dal conferenziere. Forse parafrasando il suo lungo cammino da atleta che è stata in gioventù una combattiva sportiva, Grazia Andriola parlerà su questo argomento: "Passi contro la violenza" forse mai troppi come indicano le cronache giornalistiche per eliminarle e ritornare alla auspicata normalità. Ecco, di seguito, l'intervista a Chiara Andriola. Quello che in questa stessa intervista è trasferito dalla sua esperienza e dalle sue analisi sociali è anche un invito a riflettere, cercando di dare il proprio contributo, appunto secondo lo spirito del Kiwanis International.
  • Secondo gli esperti di sociologia, i molti fatti di cronaca nera che hanno specialmente subito le donne, per "dilatazione della percezione" da parte della opinione pubblica italiana ne hanno fatto "una crescente tragedia nazionale", talvolta smentita dalle statistiche del ministero dell'Interno, così come sottolineano i suoi dirigenti. Inoltre lo psicologo professor Andreoli non si stanca di approfondire questo concetto facendo riferimenti alle circostanze negative di tutti i giorni: nella nostra società c'è troppa violenza, e questa stessa violenza per compiacere i giovani delinquenti si trasforma puntualmente in "teatralità". Gli attori presunti criminali cercano il miglior canovaccio da trasferire sui social, magari con compiacenza descrivendo la violenza o la morte. Ma che cosa si può fare per arrestare questa "deriva sociale"? E quale può essere il contributo di una famiglia; della madre, principale pilastro in famiglia del vivere civile?
Ai nostri giorni purtroppo la violenza appare una tendenza, una moda da seguire, il prevaricare l'altro, non necessariamente il più debole aumenta la sensazione di forza e di autorità, di controllo e a volte di piacere.
La donna e la vittima di bullismo temono il loro molestatore, a volte tanto da subire segretamente, senza reagire, senza chiedere aiuto.
L'aiuto o la fuga porterebbero a maggiore violenza e la vittima di questo ne è cosciente.
La famiglia e la scuola diventano due perni determinanti nella società, lo strumento educativo è alla base di tutto.
Non solo della madre, una madre non insegna a usare violenza contro una donna. Fondamentale è anche il ruolo del padre nell'esempio che porta all'interno del nucleo famigliare con la propria moglie, compagna e madre dei suoi figli che viene rispettata quotidianamente e in tutte le occasioni.
  • A causa dei troppi minorenni, in genere inconsapevoli del male e della crudeltà gratuita, frequentemente è anche accusata la scuola che tralascia i valori morali per occuparsi in genere della formazione scientifica e professionale. Questa impostazione è giusta, oppure non lascia molti margini al recupero di valori che per certa cronaca nera o giornalistica sembrano sempre inesistenti?
La scuola dal canto suo ha il dovere di affrontare l'argomento tanto quanto l'argomento didattico, e realizzare un serio programma di prevenzione, cosa che peraltro in molte scuole oggi viene fatto con l'aiuto delle associazioni che si occupano di contrasto alla violenza di genere.
Un bullo non educato oggi, sarà un futuro adulto violento.
I valori morali sono responsabilità di tutti.
Accanto alla scuola, come figura istituzionale, la politica dovrà fare la sua parte con molta più determinazione rispetto a quella che oggi ha, non solo con slogan per procacciare voti, ma con azioni concrete mettendo a disposizione risorse.
Pensiamo ai fondi investiti per la campagna fatta pro vaccini. La violenza deve essere considerata allo stesso modo.
  • Frequentemente alla cosiddetta "rivoluzione sessuale", negli anni Sessanta e Settanta venuta dal mondo anglosassone e americano, è attribuita la caduta di rispetto per la donna aggravata dai mass media che con il "nudo finalizzato" mettono sistematicamente il buon gusto sotto i piedi. Le trasmissioni televisive senza contenuto hanno forse qualche responsabilità? E quanto ne avrebbe il mercato della comunicazione che, contrabbandandolo "come bello" tende ad affermare la bellezze femminile come merce cui non avevano pensato neppure Omero nella figura di Elena e i poeti del dolce stil nuovo medioevale? M è sempre tutto vero?
I media hanno grandissime responsabilità a tal proposito, ma la televisione non nasce con lo scopo educativo anche se nel tempo ha offerto programmi documentari legati alla storia, alla scienza e alla natura.
La televisione ha uno scopo ben preciso, business e audience.
La donna non è un oggetto, è prima di tutto un essere umano, molto più ricca e forte di un uomo, a noi e solo a noi è data la possibilità di crescere un essere umano dentro di noi.
Se il mondo circostante non educasse le donne a essere magre, belle e ben vestite per ottenere ciò che vogliono forse anche molte donne cambierebbero atteggiamento.
Le donne hanno grandi capacità e la storia lo insegna, in tutti gli ambiti a livello mondiale. Pensiamo ad Emily Dickinson, Alda Merini, Rita Levi Montalcini, Tina Anselmi, la stessa immortale regina d'Inghilterra e la lista è davvero lunga.
  • Le ultime statistiche sanitarie ribadiscono l'aumento di gravidanze dei minorenni, a cui si darebbe questa spiegazione: il fenomeno è dovuto ad una scarsa educazione sessuale venuta meno in famiglia e nella scuola. Come una madre di famiglia giudica questa accusa che, in realtà, sarebbe una accusa alla nostra società la quale considera scarsamente la donna, il suo ruolo e la sua funzione sociale, fortunatamente rimaste inalterate in comunità quasi ideali considerate evolute della sociologia?
La sessualità purtroppo per molti aspetti è ancora un grande tabù, nelle scuole non sempre è prevista l’educazione sessuale e spesso per rifiuto da parte di genitori che ritengono il sesso una "cosa sporca” e che ti etichetta.
Diventa difficile in questa situazione credere che alle porte del 2020 non si distingua ancora la sessualità dalla pornografia.
Ritengo che queste informazioni, a tutti i livelli scolastici dalle elementari alle superiori, debbano prevedere l’intervento di professionisti capaci che sappiano relazionarsi con i piccoli utenti con chiarezza e trasparenza senza lasciare spazio ad alcuna ambiguità.