Il latino come passione
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- Giovedì, 09 Gennaio 2014
Proprio la lapide di piazza Cavour ha offerto ad Angelo Fragonara lo spunto per accennare anche a chi a suo tempo volle apporre la lapide, fondatore di un giornale di economia e di informazione varia a cui la città intitolò vicolo Baggiolini che sbuca in via Gioberti, in pieno centro di Vercelli. Il vicolo intitolato a Francesco Maggiolini e, poi, al pittore Francesco Leale, richiama ugualmente un piccolo giallo. L’enciclopedia Treccani nella sua parte biografica, riporta la scheda di Camillo Baggiolini nato ad Alessandria nel 1796, prima fervente napoleonico cronista della campagna di Russia, poi dell’Unità d’Italia e scrittore di storia della latinità e medioevale, che fu preside del ginnasio vercellese e morì in città nel 1871. Il Baggiolini cui è intitolato il vicolo si battè per la lapide, giudicando Vibio Crispo una figura limpida della Vercelli della romanità anche richiamata in questi mesi dalle tracce di un anfiteatro e di un opificio, presumibilmente di mattoni da costruzione.
Invece citando Tacito e altri autori che parlano di Vibio Crispo e di un secolo in cui a Roma la politica produsse Nerone, Nerva, Vespasiano, Domiziano ricco di intrighi e di suicidi ordinati dal potere, il professor Fragonara ha sollevato con le testimonianze letterarie più di un dubbio sulla figura cristallina del giureconsulto vercellese. Egli, come del resto in epoche più recenti, riuscì a rimanere a galla soprattutto nella prima parte di un secolo terribile, sopravvivendo fino tarda età e piegandosi come un giungo al potere talvolta perverso dei suoi principi.