La carta forse si salverà

Da anni le arti grafiche, un aspetto peculiare del made in Italy come il cibo e la moda, sono aggredite in maniera sempre più esponenziale dalla informatica e dalle applicazioni tecnologiche le quali, ormai, corrono con una velocità fino a qualche tempo fa inimmaginabile. Ma le arti grafiche, che anche per la crisi economica hanno contratto i fatturati del 30/40%, dei ritrovati dell’informatica e della telematica hanno anche moto beneficiato. Le tipografie, che fino agli anni novanta erano talvolta ancora ferme alla composizione “a caratteri mobili” sono irriconoscibili: computer e tecniche di produzione che vengono dalla matematica, dalla fisica e dalla chimica.
Franco Lobascio, appartenente ad una famiglia di tipografi che con il nonno Cesare Gallo prima della seconda guerra mondiale aprì un laboratorio tipografico in una cascina alla periferia di Vercelli, ha tracciato lo scenario di quello che sta avvenendo nell’arte della stampa e della comunicazione, ma soprattutto di quel si verificherà nei prossimi mesi e anni. Al centro dell’attenzione delle generazioni nate negli anni Ottanta, ci saranno sempre più smartphone e tablet per fare ogni cosa, anche leggere sui piccoli schermi i giornali e i libri come gli editori dei giornali e le case editrici stanno cercando di indurre il grande pubblico. Lobascio, invitato dal Kiwanis Club di Vercelli presieduto da Piero Castello, giovedì 13 novembre ha parlato del suo settore senza illusioni e senza nascondersi dietro a inutili giri di parole. Egli per la seconda volta è presidente della CNA (Confederazione azionale degli artigiani) che in questi anni ha moltiplicato i servizi per la propria categoria, non prescindendo dalla evoluzione tecnologica delle aziende.
Ma Franco Lobascio, con i fatti e le applicazioni delle tecnologie anche più sofisticate, ha espresso il convincimento che la carta il cui uso negli stabilimenti tipografici è comunque diminuito del 40% circa, forse si salverà. Ovviamente aggiornate, le tecniche avviate da Gutemberg intorno al 1450, stanno ritornando di grande attualità. Infatti solo i grandi formati a stampa continueranno ad avere bisogno del supporto cartaceo o delle stoffe grazie alle quali l’arte tipografica ha conseguito risultati che hanno del mirabolante. Anche in questi casi i benefici saranno duplici: per gli stabilimenti tipografici che avranno scelto di evolvere secondo i tempi, i costumi e le richieste di mercato; per l’ambiente riducendosi il ricorso agli alberi dai quali - è noto - si trae la carta in tutte le sue declinazioni.