La tradizione del cibo che rende ancor più vivo il Carnevale testimonianza della cultura del territorio

Il titolo è: “A Carnevale ogni cibo…vale”. Giovedì 12 febbraio alle 20 nel salone del Cral dell’Atena Paola Bernascone, presidente dell’Università Popolare vercellese, vice presidente del Kiwanis Club di Vercelli e socia dell’Accademia della cucina italiana inviterà a questa riflessione proposta dal titolo per concludere in modo lieve, ma anche culturale, il Carnevale 2015 cittadino e del suo territorio. L’iniziativa è del Kiwanis Club di Vercelli presieduto da Piero Castello che ha dato questa indicazione tenendo conto della ricchezza gastronomica e alimentare del Vercellese, “terra d’acqua”, dove in cucina domina su tutto la panissa per la quale sono ovviamente indispensabili il riso di qualità aggiunto al salam dla duja, alle fasole di Villata o anche ai fagioli di Saluggia nonché al buon vino rosso Gattinara e delle colline che si affacciano sul fiume Sesia. Dal fiume deriva l’anima della nostra pianura su cui si specchia il Monterosa. Ma non solo riso e complementi indispensabili. Infatti, parte del Vercellese verso il Torinese è anche il regno degli ortaggi e, più recentemente, del Kiwi e di altra frutta ricca di vitamine nonché della carne. Inoltre, la cucina e la gastronomia semplici ruotano intorno ai Carnevali di Santhià e di Borgosesia, entrambi storici e che anche richiamano i modi di alimentarsi della collina vercellese e biellese e della montagna. Paola Bernascone è molto nota per la sua attività prima di docente di filosofia alla “Rosa Stampa” di Vercelli e, quindi, alla presidenza della Università Popolare che in questi anni ha ripreso lo spirito della istituzione ottocentesca, offrendo sempre più opportunità di formazione a quanti non vogliano rinunciare al culturale che è contenuto in ogni ciclo di lezioni o di conferenze. Ma un poco meno noti ai più anche dell’Università Popolare sono i suoi richiami culturali sul vino, sulle birre e sulle scelte gastronomiche locali contenute nelle ricette, veri trattati di cucina che, talvolta, tendiamo a dimenticare o, peggio, ad ignorare. Assieme alla collega Elisabetta Dellavalle, altra insegnante di materie letterarie, Paolo Bernascone si sta dedicando ad un libro che uscirà prossimamente, fatto di storia dell’alimentazione e della gastronomia territoriale, ma anche fatto - forse potremmo dire soprattutto - di ricette. Le prime di queste stesse ricette furono scritte in epoca medioevale, negli stessi anni in cui davanti alle cattedrali si celebravano, come in un teatro, i riti del carnevale che letteralmente significava Carnem levare: ossia con il beneplacito della Chiesa di allora la possibilità di interrompere i principi etici in vigore  per tutto il resto dell’anno. Di queste ricette si trova anche traccia in volumi che si riferiscono alla prima codificazione dei  formaggi a Vinzaglio nel quindicesimo secolo o, un po’ oltre, quando Torquato Tasso in viaggio per Torino si fermò nella dimora di un nobiluomo che aveva la casa di campagna a Borgovercelli in riva al Sesia. Qui il poeta avrebbe gustato i piatti a base di riso e di cacciagione riservati ai viandanti e segno di grande ospitalità.
Paola Bernascone membro della delegazione di Vercelli dell’Accademia della Cucina ha appena rilasciato un’internista comparsa sul sito del Kiwanis Club di Vercelli di cui è anche web master il presidente Piero Castello. In questa stessa intervista, la professoressa Bernascone ricorda che il 16 ottobre scorso l’Accademia della Cucina ha  dedicato la giornata al riso in tutto il mondo e in tutte le sue declinazioni. Su questo evento, e in particolare sul riso, sarà fondata la conferenza  “A Carnevale ogni cibo…vale” giovedì 12 febbraio al Cral di Atena.