Dalla grappa alla pasticceria e alla frutta, una industria agroalimentare con le radici in Monferrato

In principio fu la “sgnapa”, liquore di acquavite del tutto italiana, per uomini rudi dediti al duro lavoro fisico e agli assalti con il rischio della vita come nella grande guerra fra i monti trentini e friulani. Poi, con l’affinamento della enologia che a Casale Monferrato trovò una base scientifica e divulgativa, divenne la grappa che adesso noi conosciamo. E, accanto alle cantine, conseguenza tutta italiana delle cantine sociali le cui prime furono fondate ad Oleggio e a Gattinara (Novara e Vercelli) sorsero le importanti distillerie alla fine dell’Ottocento e nel Novecento, diventate industrie con molta attenzione per il marketing e le tecniche commerciali. L’ultima fase dell’evoluzione della grappa frutto, come anche molti profumi e cosmetici della ricerca e della sperimentazione, è diventato una bevanda di grande personalità ma anche largamente gradita al pubblico femminile.
Il cambiamento abbastanza rapido nel tempo, che rientra nella serie degli incontri (l’ultimo il 26 febbraio con la relazione dell’economista Giorgia Casalone dell’Upo) sarà illustrato per il Kiwanis Club di Vercelli a Casale Monferrato giovedì 12 marzo nello stabilimento Magnoberta, con l’illustrazione introduttiva di Valeria Luparia, dirigente della produzione e della qualità del complesso, nonché con la visita degli impianti. L’evento, catalogato ufficialmente di cultura economica ed enogastronomico, è in realtà un interclub. Infatti esso è stato promosso e organizzato dal Kiwanis Club cittadino presieduto da Piero Castello e dal Soroptimist Club di Vercelli presieduto da Ketty Politi.
Valeria Luparia appartenente ad una famiglia assai nota della tradizione enologica e industriale piemontese e la Magnoberta, sono molto importanti per gli spunti che offrono sia per l’intraprendenza imprenditoriale che per la storia del territorio caratterizzato dal triangolo Vercelli (riso), Casale Monferrato (vino e liquori); Novara (industria, riso e formaggi dop come il gorgonzola). La Magnoberta, che prende nome da due vinificatori che si chiamavano Magno e Berta, è stata fondata nel 1918. In poco meno di un secolo si è progressivamente affermata passando dalla grappa che si accompagna a molti piatti di riso, al whisky, alla vodka e ad altri liquori jamaicani e sud americani i quali sono sempre più considerati in positivo dal consumatore medio del nostro Paese. Una penetrante politica commerciale ha contribuito a collocare la Magnoberta fra i soggetti di rilievo per l’esportazione nell’Europa comunitaria, in particolare la Germania. Fiori all’occhiello dell’industria casalese sono costituiti dalla collaborazione stretta con l’industria e l’artigianato della pasticceria che necessità di primari liquori per la confezione dolci di qualità come richiede il Made in… nonché dalla lavorazione della frutta naturale. Queste ultime lavorazioni, unitamente alla grappa - ripetiamo: bevanda classicamente italiana - e agli altri liquori hanno inserito la Magnoberta nel novero dell’agroalimentare di alta specializzazione.
Valeria Luparia, dirigente della Magnoberta, è dal 2014 presidente delle “Donne della Grappa” che come le “Donne del vino” e le “Donne del riso” si propone di diffondere e sostenere la cultura del prodotto. Nelle sue lezioni nelle scuole, Valeria Luparia illustra non solo la cultura della grappa e, più in generale della enologia ogni anno a Verona prospettata dalle edizioni di Vinitaly, ma perché i giovani imparino a bere “con la testa” e ad essere consumatori consapevoli del vino e delle altre bevande ad elevata gradazione.