E in cento anni il Kiwanis attraversa la storia del secolo breve cadenzato da successi e canzoni

Il Kiwanis International è stato ideato nel 1914 negli Stati Uniti industriali quando la belle époque stava consumandosi e con l’attentato a Serajevo del principe ereditario asburgico si accendevano i primi bagliori della grande guerra, definita da papa Benedetto XIV una inutile strage. Giovedì 26 marzo al Circolo Ricreativo Vittorio Ghiotto, già alto ufficiale del nostro esercito e ex luogotenente governatore del club ha rievocato i cento anni del Kiwanis, costituito nella prima convention nel gennaio 1915, e il suo sviluppo nel mondo. La sua conferenza si è intrecciata con le canzoni di un secolo, anche chiamate canzoni del cuore nella esecuzione di Micaela Marello cantante alessandrina socia del club. Anche tutti questi brani musicali sono entrati in maniera indelebile nella storia musicale di un secolo, come ad esempio Tu che mi hai preso il cuore o La vie en rose.
Ghiotto e la Marello sono stati presentati da Piero Castello, presidente del Kiwanis Club di Vercelli costituitosi negli anni Ottanta e uno dei sodalizi più attivi del Kiwanis International-distretto Italia San Marino.
Di questo distretto nei primi anni Duemila è stato governatore il vercellese Ezio Barasolo. Piero Castello ha richiamato la circostanza della elezione di Barasolo e il segno evidente lasciato della sua presidenza nazionale, comprese la creazione di una rivista nazionale di cultura e il rilancio del premio We Build assegnato a grandi imprenditori internazionali e a protagonisti del sociale, della solidarietà e delle azioni per costruire la pace in Africa e negli altri continenti.
Vittorio Ghiotto ha concettualmente suddiviso la storia del Kiwanis in 6 periodi: la fine di un’epoca, appunto la belle époque; gli anni del totalitarismo con il fascismo, lo stalinismo, il nazismo; la bufera che negli anni Quaranta con la seconda guerra mondiale travolse il mondo; gli anni della ricostruzione e del boom economico dopo le tragedie del conflitto mondiale; la fine di un impero con la dissoluzione del comunismo, la trasformazione in Asia di un altro socialismo assai rigido politicamente ma meno economicamente e la diminuzione del peso specifico americano dove il Kiwanis International era nato per volere della borghesia produttiva; gli anni del risveglio del club affermatosi via via con migliaia di soci e di sodalizi in America, Europa, Asia e nelle parti del globo dove per anni gravava sulle nazioni e sui popoli la dittatura. Il comunismo con Lenin e Stalin dopo la rivoluzione di ottobre del 1917 furono decisamente nemici acerrimi dello spirito kiwaniano come, del resto, degli altri club di servizio che hanno sempre propugnato la liberta di pensiero e il rispetto per quanti pensano in maniera non omogenea e conformistica. Lo stesso fino al 1945 accadde per il fascismo in Italia e in alcuni paesi dell’Est Europa e per il nazismo in Germania.
Ma nello scenario tracciato da cento anni di esistenza del Kiwanis, Vittorio Ghiotto ha anche richiamato i risultati della ricerca e della scienza che hanno determinato vere e proprie svolte nell’esistenza dell’umanità. Fra queste, l’invenzione della radio e della penicillina che ha ancor più sostenuto l’afflato continuo di solidarietà anche del Kiwanis negli ultimi anni autore di programmi di trivellazione di pozzi nelle aree siccitose  e desertiche nonché di impegnativi programmi sanitari come Eliminate (vaccinazione contro il tetano di puerpere e bambini). A parte il continuo affinamento organizzativo delle strutture e dei club del Kiwanis disseminati sulla Terra (10 mila club in 80 Paesi, con 600 mila soci) al motto We Build,Noi costruiamo, dei padri fondatori di questa organizzazione internazionale volontaristica si è affiancano un altro motto: Serving the children of the world. Sempre dalla parte dei bambini e degli adolescenti del mondo perché essi rappresentano il futuro. E non può esserci domani senza questa volontà cui, in realtà, fanno riferimento tutti i principi di comportamento e statutari del Kiwanis International e dei suoi soci che ovunque nel mondo ogni giorno li attuano con semplicità e abnegazione personale