L’irresistibile carica nell’etere di Paolo Cavallone

Paolo Cavallone, 48 anni di Casale Monferrato, conduce su Radio 101 con Sergio Sironi (Milano) e Cristiano Militello (Pisa) il programma mattutino dalle 7 alle 10.Egli, come gli altri due, è attore, interprete di cabaret e protagonista di originali televisivi. Il Kiwanis Club di Vercelli, presieduto da Giorgio Pronsati, lo ha invitato per  trattare della via lattea delle radio e delle televisioni private, originariamente chiamate “libere” e poi definite comunemente “commerciali”. Paolo Cavallone parlerà nel salone delle conferenze del Circolo Ricreativo vercellese, in via Galileo Ferraris, giovedì 10 marzo con inizio alle 19,30.
Prima il presentatore avrà un incontro a Palazzo Comunale e visiterà all’ Arca (San Marco) la mostra dedicata ai grandi della pittura del Novecento.
Tutti i quadri, come è noto, provengono dalla Fondazione Guggenheim di Venezia e New York, ed è stata allestita dalla Municipalità cittadina  con il concreto sostegno finanziario  della Regione Piemonte.
Ma in realtà, prendendo le mosse  dal suo osservatorio di conduttore radiofonico, Cavallone tratterà, appunto,  di un'altra manifestazione propria del Novecento: della comunicazione e dell’informazione radiofonica incominciata nel 1924 (si chiamava Eiar) sotto il regime fascista, e come monopolio così rimase fino al principio degli anni Settanta. Poi il ricorso alla Corte Costituzionale di alcuni pretori, fra i quali quello di Biella, fecero cadere il monopolio statale. Prima il mezzo radiofonico, poi quello televisivo furono del tutto riconosciuti liberi con un’unica limitazione: l’etere (cioè i canali di comunicazione) sono rimasti pubblici, come recentemente  evidenzia in un suo bel saggio destinato all’Università Paolo Caretti, ordinario fiorentino  di diritto della comunicazione. Nei primi anni Settanta, la prima che si impose in modo determinante fu Radio Parma. Anche Milano Radio International, sempre nei primi anni Settanta, diede un contributo sostanziale alla “libertà d’antenna”. Da quest’ultima sarebbe poi nata Radio 101, di proprietà della Mondadori, di cui è attualmente  presidente Gerri Scotti e nella quale ogni mattina anima l’etere con la sua trasmissione Paolo Cavallone. Anche Vercelli è entrata nella rivoluzione delle antenne libere con Radiocity ideata e gestita per anni da Mimmo Catricalà nonché con Videonord ideata e gestita dai fratelli Riccardo e Antonio Greppi con la direzione di Andrea Donati e Enrico Villa. A Biella un altro giornalista e imprenditore storico  che, proprio grazie all’Autorità Giudiziaria, fece crollare il monopolio statale: Giuseppe Sacchi detto “Peppo”. Adesso lo scenario della comunicazione radiofonica e televisiva senza vincoli e filtri, ha dimensioni enormi con la tv satelline, la radiofonia inteconnessa a livello internazionale, l’informatica e  internet che consente l’on-line e i blogs. Senza questo immenso sistema, dove i protagonisti autentici sono soprattutto i giovani, fenomeni geopolitici come la “primavera del Nord Africa e mediorientale” avrebbero avuto un corso diverso. O non si sarebbero verificati. Paolo Cavallone al Kiwanis Club di Vercelli illustrerà questa svolta epocale che, grazie alla libertà e alle tecnologie,  è tutt’altro che finita.