Il teatro è vita

L’efficace capacità di comunicare è figlia del teatro e dei suoi interpreti. Essa è diventata una scienza e una disciplina nei corsi universitari italiani e europei. Sei anni fa, il primo febbraio 2004, sedici appassionati vercellesi hanno unito le loro forze culturali e organizzative, fondando la Officina Teatrale  degli Anacoleti; ossia degli “aspiranti attori”, come specifica una scheda illustrativa  che riguarda la loro attività. Successivamente in corso De Gregori, in città, hanno allestito un capannone industriale dismesso che si è ben presto trasformato in una vera e propria scuola di recitazione ma anche di altre discipline  formative  senza cui gli attori, professionisti o anche dilettanti non possono fare a meno. Infatti chi calca il palcoscenico deve essere a conoscenza, innanzitutto, anche  della storia del teatro, della storia del ballo e di quanto, dando contenuto ad una rappresentazione è, in realtà, comunicazione consumata che attira irresistibilmente l’attenzione degli spettatori o, più semplicemente, degli astanti.

Il Kiwanis Club di Vercelli, presieduto da Gianni Marino, ha proposto queste tematiche connessa, appunto, con il teatro e  con la comunicazione di qualità, nell'incontro di giovedì 11 marzo nella sede del Circolo Ricreativo di via Galileo Ferraris. Sono intervenuti il regista Federico Grassi e altri insegnanti di discipline teatrali dell’Officina Teatrale  degli Anacoleti. La serata si è collegata anche alla rappresentazione “L’Edipo Re” di Sofolcle che nella settimana successiva è stata proposta al Teatro Civico in due edizioni: al mattino per le scuole; e nella serata per il normale pubblico vercellese che segue il teatro nelle sue diverse manifestazioni.

Per molti aspetti l’incontro promosso dal Kiwanis Club, di taglio culturale e storico si ricollega, in particolare, a due aspetti: la attenzione per le problematiche teatrali in questi anni dimostrata da Vercelli e dalla sua amministrazione civica; la riscoperta del teatro con la nascita di nuove compagnie nonché con il restauro o il recupero di sale teatrali, originariamente volute dalle Comunità nel XVII e nel XVIII secolo. Così sta avvenendo nella vicina Valsesia e nel vercellese. Come allora, anche adesso il teatro  ridiventa  una manifestazione di vitalità e di testimonianza del “locale” con il forte desiderio di sottrarsi alle omologazioni indotte dai moderni mezzi di comunicazione di massa.