Con il velo l’avvenenza della dama rinascimentale

Poco lontano da Vercelli, dagli archeologi fu scoperta una tomba di una coppia mista: lui di stirpe latina, lei di stirpe germanica. Dentro la tomba, oggetti che richiamavano il gusto dell’abbigliamento barbarico e di Roma. Più di mille anni fa, in pieno Medioevo, era la testimonianza della integrazione culturale fra le orde calate dal Nord e i Romani, considerati portatori di civiltà.
Invitato dal Kiwanis Club di Vercelli, presieduto da Rachele Orsani, giovedì 28 dicembre con la citazione di questa testimonianza archeologica, il critico d’arte Gabriele Marazzina ha introdotto la sua conferenza dedicata a “come vestiva il Piemonte dal Medioevo al Settecento”. Del Piemonte e non “dei piemontesi” perché, anche secondo Marazzina, la regione era divisa in due, con annotazioni di moda che si sono protratte fino ai nostri giorni: il Piemonte Occidentale, tributario della cultura dei Savoia e francese; e il Piemonte Orientale che ha subito le influenze lombarde della casata di Ludovico il Moro e, più su, degli austriaci e di Vienna. Il modo di abbigliarsi di donne e di uomini, cadenzato dai secoli che ci separano dal Medioevo fino alla “dittatura” napoleonica di fine settecento, si sono intrecciati con incalzanti eventi storici: l’epoca dei Comuni, durante la quale “esplose” l’economia basata sulla ricchezza; e gli anni di tragedia delle pestilenze dove anche il modo di vestire dovette tenere conto di un minimo di regole igienico-sanitarie applicate nei lazzaretti.
Una documentazione sul modo di abbigliarsi con lane e broccati che richiamano la prima industria biellese e quella di Lione - ricorda Gabriele Marazzina - è reperibile sugli oggetti custoditi al Museo Leone di Vercelli nonché sugli affreschi nel Santuari di Crea, di San Nazzaro Sesia, nella chiesa di San Cristoforo di Vercelli con i dipinti “manieristici” di Gaudenzio Ferrari originario di Valduggia in Valasesia. Nell’epoca rinascimentale, le donne completarono con il velo il loro abbigliamento. Infatti il velo, per ragioni geopolitiche adesso messo fuori legge in Francia, ma a quel tempo giudicato in termini positivi dai predicatori religiosi dell’epoca, testimoniano che anche la moda, da un punto di vista sociologico, subisce i corsi e ricorsi storici di Giovan Battista Vico.
L’ultimo periodo storico considerato da Gabriele Marazzina sul finire del XVII Secolo e del XVIII Secolo, più vicino ai rivolgimento storici che sconvolsero l’Europa confermano, attraverso i primi maestri dell’eleganza con le loro figure “schizzate” nelle sartorie artigiane di allora, un modo di vestire che avrebbe anticipato quello odierno.