Sognando a Vercelli la “fabbrica” di Sant’Andrea

(en.vi.) Mario Lorenzoni, laureato in farmacia, manager aziendale di multinazionali del farmaco, come tutti i toscani è un estimatore di monumenti e opere d’arte. E’ anche presidente dell’Opera della Metropolitana di Siena, in breve della “fabbrica” che provvede alle magagne del tempo del duomo di Siena, gotico-romanico incominciato nel 1220 e ultimato nel 1370, dedicato a Santa Maria Assunta. Il duomo di Siena è dunque coevo della vercellese basilica di Sant’Andrea. Il dottor Lorenzoni, invitato per giovedì 10 marzo da Rachele Orsani presidente del Kiwanis Club di Vercelli parlerà, fra l’altro, del ruolo dell’economia in rapporto ai monumenti architettonici e alle opere d’arte.
In qualità di presidente e provveditore dell’Opera della Metropolitana di Siena, nei primi anni Duemila Mario Lorenzoni ha affrontato il restauro delle soffitte di Santa Maria Assunta che è stata restituita ai senesi e ai turisti nella primavera del 2013. Dalle soffitte e dai sottotetti del duomo senese si domina un paesaggio fra i più belli della Toscana, quindi testimonianza e incentivo di un investimento per rendere ancora più importante un territorio. Papa Francesco per ringraziarlo del completamento dell’opera di Santa Maria Assunta, ha insignito Lorenzoni della commenda di San Gregorio Magno.
Al sito del Kiwanis Club di Vercelli, curato da Piero Castello e Enrico Villa, Mario Lorenzoni ha rilasciato una intervista esclusiva, anticipando quanto dirà nella sua conferenza di giovedì 10 marzo, diffondendosi su un tema molto importante: tutti i monumenti e le opere d’arte debbono essere considerati dallo Stato un assieme. La realtà smentisce che questo sempre avvenga.
Nella sua intervista al sito del Kiwanis Club di Vercelli, Lorenzoni insiste: da manager ritiene che l’economia, dunque nel suo ambito investimento sempre assai produttivo nel recupero dei monumenti e delle opere d’arte, deve avere un ruolo di primo piano. Il presidente-provveditore dell’ Opera Metropolitana di Siena nella sua intervista ha anche esordito citando Sant’Andrea, luogo del cuore indicato dal Fai. La basilica vercellese, di proprietà comunale, presenta i molti “insulti” architettonici del tempo. Un suo piano completo di restauro fu attuato negli anni 1822-1823 per l’opera dell’architetto Carlo Emanuele Arborio Mella. In quella circostanza furono realizzati i disegni dei restauri che il Museo Camillo Leone, presidente Amedeo Corio, trasformò in vedute che dal 2005 ornano tante case e uffici vercellesi. Questa ormai rara raccolta fa desiderare una”fabbrica permanente” del Sant’Andrea. Per adesso non si è andati al di là di progetti, che riferendosi a tanti casi italiani, Mario Lorenzoni cataloga come “impotente sincerità”