Il terrore antico delle radiazioni

Il globo è denso di radiazioni, come ricordano gli scienziati, che provengono dal sole, dalle stelle, dai minerali. Ma in questi anni quando si parla di radiazioni, la gente in genere pensa alla energia atomica, forse dimenticando che di radiazioni sono fatte anche le radiografie. Il terrore antico per le stesse, o meglio, "il terrore ancestrale per quelle particelle" che attraversano l'aria e provocano gravi patologie, è stato genericamente proposto alla fine della seconda guerra mondiale con lo sganciamento sul Giappone degli ordigni nucleari che fecero centinaia di migliaia di morti. Giustificato con il fabbisogno di energia per tutte le attività produttive umane (Industria, agricoltura eccetera) le installazioni per l'energia nucleare sono state riproposte negli anni Sessanta e Settanta all'opinione pubblica mondiale.
E Vercelli (Trino per la precisione, avendo a disposizione l'acqua del Po per le Torri di raffreddamento) è stata subito al centro del dibattito, adesso non ancora esaurito. Infatti, dal 1961 al 1964 è stata costruita la "Centrale Nucleare Enrico Fermi" che in una sua edizione il quotidiano torinese Gazzetta del Popolo paragonò Trino e i suoi abitanti seduti un po' scomodamente sull'atomo. La Centrale passò poi all'Enel, quindi fu bloccata e negli anni Novanta gli italiani decisero che sul territorio nazionale non ci sarebbe più stato spazio per i reattori nucleari. Questo, a ampie linee, è l'antefatto considerato dal Kiwanis Club di Vercelli presieduto da Luciana Berrruto, che ha messo il tema spinoso all'ordine del giorno, invitando a parlarne la dottoressa Laura Porzio, fisica nucleare, all'Arpa di Torino (Ente regionale per la protezione dell'ambiente) addetta al controllo delle radiazioni e a tutto quello che ad esse è connesso. Giovedì 9 febbraio la dottoressa Porzio parlerà sul tema: "il Nucleare vercellese: impatto e interazione con il territorio". Va subito rammentato che il nucleare è presente anche a Saluggia dove il complesso Sorin tratta materiali sanitari assai importanti, ad esempio per la cardiologia, i quali necessitano di radiazioni. Inoltre, come evidenzia L'Arpa, sul territorio regionale è presente un altro impianto nucleare. In prossimità dello smantellamento della "Enrico Fermi", che perdura da anni, fu prospettato il progetto "Trino due", però accantonato. A parte la decisione nazionale contro il nucleare, prevalsero l'incidente di Cernobyl in Ucraina il cui "vento atomico" coinvolse anche l'Italia del Nord, sinistri nucleari in America e a Fukushima in Giappone provocato da un maremoto. La polemica recentemente si ravvivò anche in Italia con i treni di materiale nucleare proveniente dalla Centrale di Trino e diretto in Francia. Sull'opinione pubblica gravò il quesito, la cui risposta ha appassionato ampiamente: questi materiali in viaggio per ferrovia lasciano una "scia nucleare" con esiti compromettenti per la salute? La conferenza della dottoressa Laura Porzio richiama all'attenzione la funzione dell'Arpa Piemontese, in questi giorni in Italia senza pioggia che "lavi l'atmosfera" dalle troppe particelle sospese nell'aria, cui si attribuiscono malattie polmonari o malattie cancerogene, ai quali vanno aggiunti, più in generale, inquinamenti di varia natura, prima fra tutti l'inquinamento "da rumore". La Regione Piemonte insiste sulla funzione dell'Arpa, "ponte" fra le istituzioni e gli abitanti del territorio che è sottoposto a controlli per acqua, energia, siti nucleari, ambiente e suo equilibrio. Fra i suoi compiti l'Arpa regionale annovera anche l'educazione ambientale, in particolare riservata ai giovani. L'opinione corrente è: senza educazione ambientale non si vincerà mai la guerra contro gli inquinamenti molto dannosi