Lo sport aiuta, certo, ma non basta. Anche se insegna la tenacia e la fatica. Essere inviato sui fronti più caldi della terra, dall’Afghanistan al Libano, tira fuori energie nascoste e serve a capire quali sono le priorità, quelle vere, della vita. Ma non basta.

Mimmo Cándito, firma de La Stampa dal 1970, scrittore e docente universitario, racconta nelle sue «55 vasche» le guerre, il cancro e quella forza che ti arriva da dentro. Racconta la figura straordinaria della moglie Marinella. E quella scintilla vitale che viene perfettamente descritta un giorno in piscina, a Miami: «Ora fagli vedere tu, al tumore, chi sei, e fagli capire quello che dovrà subire da te se pretenderà di batterti». E ancora: «Ventisei, ventisette, ventotto, ero una macchina furiosa. Decisi che a 55 poteva bastare».

Con il Kiwanis

Il libro, edito da Rizzoli, sarà presentato, per iniziativa del Kiwanis club presieduto da Rachele Orsani, giovedì alle 18 alla libreria Mondadori di Vercelli. Poi Mimmo Cándito sarà ospite del circolo ricreativo vercellese. Fra i libri di questo inviato, che porta sulla pagina cuore, esperienza ed emozioni, spiccano Professione reporter di guerra, L’apocalisse Saddam, I reporter di guerra.

Il 31 maggio dello scorso anno Cándito ha pubblicato su La Stampa l’articolo «Io, inviato sul fronte di guerra al cancro» e ha ricevuto oltre 40.000 messaggi.

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