Il made in Italy chiamato arte grafica
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- Domenica, 02 Novembre 2014
L’incontro, come di consueto, è al Circolo Ricreativo di via Galileo Ferraris.
La carta, in questi anni di profonde trasformazioni dell’arte di Gutemberg, continua ad essere un insostituibile materiale di base. Ma il riferimento, un tempo fatto di caratteri a piombo e di macchine come le pedaline azionate fisicamente dal tipografo, è oggi stato sostituito dalla nuvola, simbolo convenzionale per rappresentare un mondo ormai fatto di centinaia di migliaia di dati e di applicazioni tecnologiche. Nella nuvola è il bigdata, appunto l’universo di numeri e di statistiche senza i quali non sarebbe più possibile cogliere la realtà odierna.
In questi anni di incertezza economica Assocarta aderente a Confindustria ha ribadito: il comparto, costituito dalla cartotecnica e dalla grafica vera e propria continua ad essere un’arte che con decine di migliaia di copie in libri, giornali, depliant, manifesti e grandi composizioni tipografiche, continua ad esportare dall’Italia al mondo non frenata da lingue diverse come quelle occidentali bensì anche il cinese e gli altri idiomi arabi e asiatici. Infatti le aziende grafiche, che dal 2008 a oggi hanno dovuto rinunciare a 800 mila tonnellate di produzione, danno lavoro a oltre 80 mila addetti in gran parte ad alta qualificazione. Tuttavia, le oltre 7 mila imprese - in Piemonte e in Lombardia numerose e molto importanti - anche a causa della crisi economica concorrono ad una percentuale assai bassa della percentuale del Pil, con la complicazione di norme fiscali eccessivamente rigide, incominciando dall’IVA sulla carta e sulla stampa. Franco Lobascio, presidente della CNA di Vercelli, giovedi 13 novembre introdurrà in questo scenario complesso, però assicurando che la carta non è ancora al tramonto dopo circa 600 anni.